Editoria Precaria (ma non solo)

Tra disoccupazione e precariato selvaggio

Ma dove vai, se la Partita Iva non ce l’hai?

Sappiamo tutti dove andare, ma non fatemi diventare volgare. Sempre più spesso, da 10 anni in qua, per lavorare (in editoria, certo, ma non solo) ti chiedono di aprire la partita iva, soprattutto negli ambienti cosiddetti “creativi“.

imgPerché la ritenuta d’acconto non basta più, se superi i 5000 euro all’anno. E quindi, invece di assumerti, ti propongono questa meravigliosa cosa: aprire la partita iva. Non sia mai che ti venga fatto un contratto, in Italia.

Su quello che comporta aprire la partita iva, vi rimando a questo illuminante post: 10 cose che devi sapere prima di aprire la partita Iva (se no sei fottuto).

Una volta mi hanno proposto un lavoro fighissimo: a 5 km da casa, service editoriale, libri di narrativa e saggistica. Un sogno. Faccio due ore di colloquio, due, con la titolare e poi mi dicono che vado bene. Mi offrono un “contratto di partita iva” (contratto?) a 15.000 euro all’anno. Ribadisco: lei lo chiamava “contratto a tempo indeterminato di partita iva”. È proprio un genio. E ha aggiunto: «Ma puoi scaricare un sacco di cose!». Certo, un sacco di cose… Un genio del male, aggiungo.

lavoroIo vi giuro che ci ho seriamente pensato, accecata da questa meravigliosa opportunità. Finché non sono andata da una commercialista che mi ha spiegato che, all’epoca (sotto i 35 anni e, quindi, agevolata), mi sarebbero rimasti in tasca meno di 600 euro mensili.

Dimenticavo di dirvi che si prevedevano 8 ore di lavoro giornaliere, ma: «Ovviamente qui nessuno fa 8 ore, si fermano tutte di più». Certo, ovvio, lapalissiano.

Anche il service per cui lavoricchio ora mi ha detto che dall’anno prossimo mi avrebbero aumentato la “paga” perché mi dovrò aprire la partita iva. Non vi dico che meravigliosa opportunità.

Il problema è che o la apri o non lavori, in certi campi. Ti mettono nella condizione di farlo, ma questo implica lavorare in perdita, sempre, perché prima di poterci vivere, con la partita iva, devi riuscire a farti dare quanto… 30 mila euro l’anno? E forse arrivi giusto giusto a pagare le spese e il vitto.

vignetta_chi_siamoNon sono certo io che auspico a tutti un contratto di lavoro tradizionale. Anzi, secondo me andrebbero aboliti tutti, a cominciare da quelli della pubblica amministrazione, ma santo cielo, se mi obbligate ad aprire la partita iva dovete assicurare un reddito!

La giusta paga non è un’utopia, un’idea, un’illusione. È la conditio sine qua non per vivere dignitosamente. Per avere rispetto della propria persona e dei propri dipendenti, per avere un lavoro ben fatto, per progredire verso il meglio.

Io cercherò di resistere alla partita iva, tanto, povera per povera, conviene ancora la ritenuta d’acconto, ma non so quanto potrà durare e allora inizierò un nuovo calvario. L’ennesimo.

 

7 commenti su “Ma dove vai, se la Partita Iva non ce l’hai?

  1. NonnaSo
    20 Maggio 2014

    tu mi tocchi un tasto stra-dolente.. proprio ieri ho googlato “costi partita iva”, e “ritenute partita iva”, così, giusto per farmi una risata. Ho letto l’articolo che citi, geniale. ma sono rimasta con la domanda: dopo la soglia dei 5000 euro “tax free”, e prima dei 30mila euro “vivo bene”… la gente che si trova in quel limbo, e cerca di non evadere il fisco, esattamente… COME DOVREBBE FARE?? cioè perchè io una risposta sensata ancora non l’ho trovata

    • Bia
      20 Maggio 2014

      Non c’è la risposta o, meglio, la risposta è: «Chiedi la paghetta ai tuoi o l’elemosina ai passanti». Perché viverci non si può. E ho messo 30 mila per essere stretta (al netto sarebbero meno di 15 mila l’anno, che vanno bene ma siamo al limite della sopravvivenza).

      • NonnaSo
        20 Maggio 2014

        Ahahahah e se i tuoi stanno messi peggio??? Che schifo ste cose..

      • Bia
        20 Maggio 2014

        Eh appunto,io non vedo soluzione alternativa. Darsi da fare sempre, ok, lavorare bene,ok, essere positivi, ok, nuovi contatti, ok, essere propositivi,ok, non pretendere troppo,ok, ma cacchio… non basta x avere diritto a una giusta paga.

      • NonnaSo
        20 Maggio 2014

        no guarda giusto oggi è andata via un’altra fettina di culo… un “lavoretto veloce, per una onlus, non vorrai farli pagare?”…. no, certo, apro anche io la P.IVA da Onlus, già che ci sono…

  2. Pingback: Ma dove vai, se la Partita Iva non ce l’hai? | Giovane Carina e Disoccupata

  3. Pingback: Una “carriera da freelance”? Ma per favore… | Editoria Precaria (ma non solo)

Lascia un commento