Editoria Precaria (ma non solo)

Tra disoccupazione e precariato selvaggio

Tutto bloccato, me compresa!

Help, devo uscire da questa situazione!

Help, devo uscire da questa situazione!

Avete presente l’entropia? Manco a volerlo, la mia vita e i miei pensieri stanno ricalcando il disordine che pare esserci al governo da un po’ di tempo. Non solo, sembro rispecchiare anche una certa immobilità in tutto questo caos. Capita che, infatti, accanto a grandiosi pensieri per rivoluzionare la mia vita ci sia una certa forma di non azione che mi blocca.

In pratica, il lavoro mi immobilizza o, meglio, è immobile. Sono una disoccupata part-time, a volte sono anche in cassa integrazione, ma cercare un altro lavoro retribuito nel mio settore, quello editoriale, come redattrice è davvero deprimente. Il lavoro c’è, un po’ meno di sempre ma c’è, solo che non viene mica pagato. In fondo a cosa servono i soldi?

Inoltre, lo ammetto, non ho nessuno stimolo a sbattermi per qualcosa in cui non credono nemmeno quei pochi editor che in questi anni mi hanno fatto dei colloqui o quelli che vedo ogni giorno alla scrivania di fronte. Sono tutti “grigi”, danno la colpa a un sistema che non funziona, vanno avanti per inerzia, hanno entusiasmi che si spengono alla velocità della luce.

D’altro canto non si può perseguire qualcosa di vecchio. Bisognerebbe dare linfa vitale nuova alla mia professionalità, e quindi AGGIORNARSI. Sì, ma non è semplice districarsi tra le miriadi di master e corsi che in tempi di crisi prolificano come conigli. E chissà come mai… Questo fenomeno mi perplime non poco, inoltre i più apparentemente validi richiedono soldi da investire, e non pochi (nell’ordine di 2-3 mila euro per un corso di 4 mesi nei week end), per poi avere in mano l’ennesimo pezzo di carta? (e indovinate a che cosa può servire…)

Quindi: non riesco a cambiare lavoro nel mio settore, rifiuto l’idea di spendere migliaia di euro per la formazione che poi non so nemmeno se mi servirà. Resta l’altra ipotesi di cambiare tutto: cambio settore cambio lavoro. Già, e che cosa posso fare? Una laurea in filosofia a pieni voti, una professionalità indubbia (e indubbiamente inutile o che vale poco per il mercato attuale), tanta voglia di fare e rimettersi in gioco e… tanto caos.

I settori in cui non si smetterà mai di trovare lavoro sono quelli legati alla sanità. Non posso permettermi una seconda laurea, faccio un corso per diventare badante?

Potrei impegnarmi a migliorare il mio inglese in maniera consistente. Per poi fare di nuovo l’ultima arrivata in un settore iper competitivo come le traduzioni letterarie? Oppure per fare l’ultima arrivata in qualsiasi settore che richieda ottimo inglese?

Potrei rinnegare ciò che sono e mettermi a fare la segretaria. È un lavoro nobile, molto più di altri, ma decisamente non fa per me: stare dietro al lavoro altrui, organizzarlo ecc. è una cosa che mi manda fuori di testa dopo tanti anni di autonomia. Rischio?

Potrei abbassare le aspettative e valutare lavori come call center. Ma è saggio farlo con un contratto da giornalista ancora in essere, per quanto sgangherato? Bho.

Vado all’estero e do un taglio al passato. No… impossibile. Il mio compagno non è nella mia stessa situazione e lo “mutilerei” chiedendogli di lasciare il suo lavoro, che gli piace.

Insomma, nel dubbio vivo alla giornata tra fornelli, lavatrici e blog. Sono certa che arriverò a una soluzione, a sbrogliare la matassa, ma l’inquietudine da disordine aumenta. È come un rumore di sottofondo, una marea profondissima che in superficie non si vede ma che sconvolge gli abissi. E comunque credo di essere in buona compagnia in Italia…

9 commenti su “Tutto bloccato, me compresa!

  1. lavorareconfermezza
    15 aprile 2013

    Il dato certo è che tutte le possibilità che hai elencato (per quanto talune possano sembrare provocatorie) sono da tenere bene in considerazione oggi (se fino a ieri non lo facevamo ci sarà un perché…)

    Tieni duro e fai tesoro della pofessionalità che hai costruito negli anni ma…allo stesso tempo non perdere di vista le vie di fuga.

    Un abbraccio

    • bia
      15 aprile 2013

      Già, hai ragione su tutto! Non scarto nulla per ora e forse è proprio questo che causa l’attuale caos ma sono certa che a furia di “lavorarci” arriverò a capire la giusta strada per me. 🙂 Grazie

  2. lilaccci
    15 aprile 2013

    Il mio blog dovrebbe farti cambiare istantaneamente idea sui call center!! 😉 se serve, dagli una seconda rilettura 😀 Ti capisco perfettamente, ancora una volta. Stessa tua situazione per l’estero (eppure il mondo ogni giorno tenta di convincermi che sarebbe la cosa migliore) con un compagno che qui ha lavoro fisso e ben retribuito (per i tempi di oggi), senza possibilità di una seconda laurea. Al tuo contrario io però non ho contratti (neanche sgangherati) da giornalista, che sarebbe stato il mio lavoro dei sogni. Ho una laurea in lingue e una preparazione che ancora non mi sento di mettere in dubbio perchè ho studiato con passione e attenzione… e a parte il call center part-time, insegno inglese e spagnolo in una scuola privata, su chiamata e pagata a ora (meglio che non ti dica quanto…) e traduco per uno studio legale e più in generale per chiunque me lo chieda, a prezzi altrettanto stracciati per ‘tenermi’ quei pochi clienti. Io di mie strade ne vedo un bel pò, ma nessuna percorribile….

    • bia
      16 aprile 2013

      Sì, adoro il tuo blog, davvero. Che dire… mi auguro che per entrambe prima o poi un bivio con una strada percorribile che dia piena soddisfazione arrivi. E cmq sei bravissima a tenerti i lavori extra call-center, anche se pagati pochissimo: ho iniziato anche io così (lavoravo in un’agenzia di noleggio auto!) e poi le cose sono migliorate. Certo, ai tempi era tutta un’altra storia (non c’era questa crisi, ora sembra un altro mondo) ma prima o poi si sbloccherà la situazione no? No?? No???? Noooooo?????
      🙂 A parte tutto, grazie del tuo messaggio… Un abbraccio

  3. jesuisvendeuse
    16 aprile 2013

    ahahahah quanto ti capisco!!! stessa situazione, giornalista MAI pagata e mi ritrovo commessa da 5 lunghi anni…. ah no scusa…si dice ‘sales assistant’! 😉

    • bia
      16 aprile 2013

      Ti seguo sempre, sei uno dei miei miti scoperti qui su wordpress 🙂 Non so se ti consola, ma se io ora volessi fare la “sales assistant” (e ti assicuro che non mi dispiacerebbe) a questa età e con un’esperienza lavorativa invendibile, sarei presa a calci nel sedere… (anzi, così è anche capitato!!), almeno tu hai un’esperienza da rivendere dove vuoi! 😉 A parte questo, comunque, sono situazioni difficili, perché si rinuncia sempre a qualcosa…

      • jesuisvendeuse
        16 aprile 2013

        Grazieeeeeee…..sono solo agli inizi!!! eh lo so benissimo. La cosa paradossale è che io devo ritenermi fortunata ad avere questo lavoro e me lo tengo stretto. Il blog serve solo a sdrammatizzare e a tenere a bada i sogni che ancora non demordono!!! Ciao Ciao

  4. Romins
    19 aprile 2013

    Idem. Sono praticamente nella tua condizione…

    • bia
      19 aprile 2013

      Brutta cosa… Siamo in molti :S

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